Il 21 giugno, durante la prima prova di maturità, Gabriele Lodetti, studente del Liceo Plinio e militante della Rete degli Studenti Medi del Lazio, ha scelto di sfidare il sistema Scuola usando la schwa nel tema di italiano.

Le scuole italiane non sono luoghi sicuri, né tantomeno inclusivi. Lo dimostrano le recenti diffide portate avanti da associazioni come Pro Vita per contrastare l’approvazione delle Carriere Alias nelle scuole, oppure l’opposizione di docenti, genitori e dirigenti scolastici nei consigli di istituto per l’approvazione di questi regolamenti.

Come se non bastasse, questo Governo non ha perso tempo a intervenire in tema di diritti civili, attaccando su tutti i fronti la comunità lgbtqi+, fino ad arrivare, 4 giorni fa, ad annullare l’atto di nascita del figlio di una coppia omogenitoriale.

Di fronte a un Governo e un Sistema che provano ad annullare ed eliminare la nostra identità, usare il linguaggio inclusivo nelle scuole è un gesto rivoluzionario, ancora di più se usato nel tema di maturità.

“Usare il linguaggio inclusivo è il primo passo per riconoscere e dare il giusto spazio a ogni soggettività. – dichiara Tullia Nargiso, coordinatrice della Rete degli Studenti Medi del Lazio- “Il ragazzo che ha scelto di usare la schwa nella prima prova di maturità è il segno che la società e i giovani hanno ormai fatto proprio il linguaggio inclusivo.
È arrivato il momento che anche il Governo e la politica tutta inizino a riconoscerlo e promuoverlo nei luoghi del sapere, come primo passo per la costruzione di scuole inclusive.”