Negli scorsi giorni a seguito della piazza chiamata dal giornalista Michele Serra si è acceso il dibattito sull’unione europea e sulle posizioni geopolitiche dei partiti che hanno aderito alla manifestazione.

Noi non potevamo rimanere in silenzio di fronte al tema e alle tante cose dette, per questo riteniamo fondamentale rendere pubblica la nostra riflessione su quello che sta succedendo, provando a contribuire al dibattito.

La nostra organizzazione da sempre crede e si batte per un’Europa che non sia un’alleanza puramente economica o militare, ma che sia invece sociale e democratica nel vero spirito dell’idea dalla quale nasce. L’idea di Spinelli e del Manifesto di Ventotene che guarda ai popoli e alle persone, che lavora per costruire giustizia e welfare.

Tutto questo, bisogna dirselo, in questo momento è difficile immaginarlo se guardiamo all’Unione europea attuale. Questa sappiamo essere L’Unione delle privatizzazioni, dell’economia a discapito della tutela dei cittadini, dell’avanzata feroce delle destre. L’Europa che fa gli interessi dei privati e lascia da soli i popoli, quella che invece di promuovere politiche per la giustizia sociale decide di finanziare la guerra.
Una logica che porta a scelte come quella del piano del Rearm Europe.

Siamo profondamente contrari al piano degli 800 miliardi per il riarmo e di conseguenza a tutti coloro che vogliono applicarlo.
Pensiamo che questo piano sia la dimostrazione di un’incapacità nell’applicare quelle politiche comuni che tanto sarebbero necessarie anche sulla questione della difesa.
La dimostrazione di un potere centralizzato e individualista che tutto vuole tranne che agire comunitariamente.
La difesa e la costruzione di pace devono essere affrontati in maniera comunitaria e con politiche serie che salvaguardino il benessere del3 cittadini.

La pace e la giustizia sociale sono e sempre saranno valori imprescindibili della nostra organizzazione e critichiamo con forza quei soggetti politici che stanno in prima linea per il sostegno del piano della Von der Leyen e che oggi proveranno a spostare la narrazione della piazza. Ma nonostante questo vista la situazione storica e politica attuale, con i pericolosi scenari che ci si prospettano riteniamo doveroso prenderci un momento in cui riaggiornare l’elaborazione affinchè ogni membro si senta partecipe di questa discussione e di questo processo, affinchè l’Europa che vogliamo venga costruita insieme a tutt3.

Per questo pensiamo sia molto importante dare inizio a un percorso che provi a dare forma alla nostra idea di Europa.
Un percorso fatto di riunioni, momenti assembleari, discussioni che coinvolgano le basi e i territori e questo richiede del tempo. Crediamo sia fondamentale avere momenti di analisi in un momento in cui gli equilibri geopolitici stanno cambiando sconvolgendo completamente gli scenari europei e mondiali con inevitabili conseguenze sulle nostre vite.

Data la complessità del tema e il non aver avuto modo di chiamare un’assemblea sulla manifestazione, oggi decidiamo di non aderire in quanto organizzazione, ma di lasciare libertà all3 singol3 di decidere se partecipare o meno e in che forma.

Serve continuare a impegnarsi, interrogarsi e sopratutto lottare sul tema, non permetteremo di relegare la nostra idea di Europa a chi la vuole così com’è o ancora peggio a chi non la vuole proprio o pensa possa essere lo strumento per il riarmo nazionale.