In Turchia, la comunità studentesca lotta contro il regime autoritario di Erdogan.
Dopo l’arresto del sindaco di Istanbul, Ekrem imamoglu, migliaia di giovani sono sces3 in piazza per difendere la democrazia.
La repressione è stata brutale: oltre 1.400 persone sono state arrestate dal 19 marzo, tra cui numerosi student3 e 9 giornalist3.
Le università di Istanbul, Ankara, Smirne e altre città sono diventate il centro della mobilitazione, con sit-in e marce pacifiche represse violentemente dalla polizia.
Nonostante la violenza, la comunità studentesca continua a lottare.
Nonostante il divieto di manifestazioni di tipo politico che il governo di Ankara ha imposto fino al 1 aprile.
Anche per questo 13 student3 Turch3 ci hanno contattato, chiedendoci proprio di diffondere e solidarizzare con loro per tutte le violazioni dei diritti umani che si stanno consumando ora nel loro paese.
La comunità internazionale non può restare in silenzio.
Il Consiglio d’Europa ha espresso preoccupazione per l’uso eccessivo della forza e le restrizioni ai diritti di riunione e di espressione.
Allo stesso modo, in Italia, il Governo Meloni sta minacciando il diritto fondamentale di manifestazione con il DDL Sicurezza, che limita le libertà fondamentali e criminalizza il dissenso.
Questo DDL sta per essere approvato dal Governo, rappresentando una minaccia a tutti quei diritti che rendono la nostra una repubblica democratica.
È essenziale fermare questo attacco alle libertà e ai nostri diritti.
Sosteniamo 13 student3 turch3 nella loro lotta per la libertà e la democrazia.
Diffondiamo la loro voce rilanciando l’appello che viene proprio da loro e condanniamo fermamente le politiche fasciste del governo autocratico turco.
La loro battaglia è anche la nostra.