Eletto Rapiti Coordinatore, fare squadra per vincere sfide

Domenica 16 dicembre 2018 l’Assemblea regionale conclusiva ha chiuso il percorso del III Congresso regionale della Rete degli Studenti Medi del Lazio. “Siamo realisti. Pretendiamo l’impossibile”, questo il nome del Congresso che ha visto l’elezione di Dario Rapiti come Coordinatore regionale e Giacomo Santarelli come Responsabile dell’Organizzazione, accompagnati da Filippo Vaccaro, Leonardo De Leonibus, Jacopo Nannini, Dario Enchelli e Francesco Reale come membri dell’Esecutivo regionale.

Si conclude così un percorso che ha visto la partecipazione di più di 150 studenti e studentesse all’Assemblea di ieri e oltre 300 ai Congressi provinciali della settimana scorsa. L’ampia discussione sulle linee politiche dell’organizzazione è il frutto del lavoro fatto in primis sui territori e nelle assemblee nelle scuole di quest’autunno. Ringraziamo le associazioni, le istituzioni e le organizzazioni che sono intervenute per aver portato il loro contributo a un momento fondamentale per il sindacato studentesco.

Le dichiarazioni del Coordinatore

“Ringrazio tutti per la fiducia che è stata riposta in tutti noi – dichiara Dario Rapiti, neoeletto Coordinatore regionale della Rete degli Studenti Medi del Lazio – il lavoro da fare è ancora tanto e serve fare squadra se vogliamo vincere le tante sfide che avremo di fronte a noi. Un grazie sentito anche al gruppo dirigente che oggi termina il proprio mandato, che ha guidato l’organizzazione studentesca del Lazio in una fase davvero complessa.

Continua il Coordinatore – Confermiamo con questo Congresso lo spirito unitario che ha contraddistinto la nostra azione finora. Siamo convinti che questa sia la strada giusta per il futuro e per questo serve l’impegno di ciascuno di noi. Dobbiamo ripartire dalla rappresentanza studentesca, dalla formazione, dalla nostra capacità di costruire delle proposte per tutte e tutti. Per fare tutto questo serve un’organizzazione forte, che faccia del dibattito interno la propria forza, che ci permette ancora oggi di essere realisti. Per questo pretendiamo l’impossibile”

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